Il meridionalismo di A. Graziani

  • Francesco Dandolo
Parole chiave: Augusto Graziani, Extraordinary Intervention for the Mezzogiorno, Industrialisation

Abstract

Lo studio dell’antologia delle opere di Augusto Graziani permette di ripercorrere tematiche di rilevante importanza per lo sviluppo del Mezzogiorno e di approfondire l’analisi delle politiche attuate a partire dagli anni Cinquanta, fornendo strumenti interpretativi essenziali anche alla luce della rinnovata attenzione per la crescita economica del Sud Italia e della disponibilità di risorse del Next Generation EU. La necessità di considerare la politica meridionalista quale obiettivo primario della programmazione economica nazionale è nella seconda metà del Novecento, come oggi, fondamentale per assicurare lo sviluppo equilibrato del sistema economico e la rimozione dei dualismi regionali, forieri di disuguaglianze e causa di generale impoverimento del tessuto sociale. A tal fine, come ampiamente sostenuto da Graziani, la programmazione di una complessiva politica di industrializzazione rappresenta l’unico fattore in grado di rispondere all’esigenza di costruire una classe di lavoratori stabili e di imprenditori attivi, capaci di innovare e generare sviluppo diffuso sul territorio. Pur riconoscendo la necessità degli investimenti fondiari e in opere pubbliche, essenziali per innestare il processo di accumulazione di capitale, Graziani è tra i più decisi sostenitori dei finanziamenti al settore secondario e della riorganizzazione dell’intervento straordinario approvata con la Legge n. 634 del 1957. È fondamentale favorire nel Mezzogiorno l’insediamento di industrie nuove, dotate di centri decisionali autonomi e non dipendenti dalle produzioni settentrionali, in grado di garantire aumenti del livello di occupazione e di avviare una complessiva trasformazione del sistema produttivo.

In questa ottica si sottolinea il ruolo imprescindibile dell’intervento straordinario e dei finanziamenti pubblici: si tratta di temi ampiamente approfonditi da Graziani, anche tramite lo studio delle politiche di sviluppo intraprese da altri Paesi e la partecipazione al dibattito internazionale, cui contribuisce in maniera attiva e sempre impegnandosi nel confronto vivo con il pensiero di economisti e studiosi esponenti di correnti di pensiero alternative e sostenitori di modalità di intervento che assegnano allo Stato un ruolo imprenditoriale sempre meno esteso.

Pubblicato
2022-01-18