Le scorribande di Don Fastidio. Fausto Nicolini e l’arte napoletana
Abstract
Nel corso della sua carriera di studioso, Fausto Nicolini ebbe sempre un rapporto privilegiato con la storia dell’arte napoletana. Fin dagli inizi, quando fu incaricato della redazione di “Napoli nobilissima”, la rivista voluta dal circolo culturale riunito intorno al giovane Croce, cui collaborò con saggi di notevole portata sulla topografia cittadina tra Medioevo ed Età moderna. Vasti furono i suoi interessi nel campo della storiografia, sfociati nella fondamentale edizione della lettera del 1524 di Pietro Summonte a Marcantonio Michiel sull’arte napoletana, vero e proprio incunabolo per la conoscenza del patrimonio culturale della regione e che, fino alla scoperta di Nicolini, era nota solo parzialmente. Seppe intercalare i suoi interessi per la storia di Napoli, in particolare dell’Età moderna, e per i filosofi del passato, Giambattista Vico e Ferdinando Galiani in primis, che lo occuparono per tutta la vita, con gli approfondimenti sull’arte e sui monumenti napoletani, anche grazie al sapiente e certosino lavoro d’archivio, che gli permise di riesumare notizie preziose, in particolare dai fondi dei banchi napoletani, custoditi presso l’archivio del Banco di Napoli, cui si dedicò indefessamente negli ultimi anni della sua lunga vita.