Raimondo di Sangro, il Principe di Sansevero

Le leggende e le fantasie sulla figura di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, si sono ricorse nei secoli, divenendo patrimonio della memoria e della cultura della città di Napoli.

Personaggio controverso, brillante esponente del secolo dei lumi in una Napoli da poco tornata al suo ruolo di capitale, Raimondo di Sangro fu, senza dubbio, una delle personalità più interessanti del settecento europeo. Ma quante e quali delle leggende sul misterioso principe hanno effettivamente una base di realtà? Cosa c’è di reale nella credenza che lo volle alchimista o, addirittura, dedito alla stregoneria? L’archivio storico del Banco di Napoli custodisce nel suo labirinto di volumi alcune delle risposte che la problematica personalità di Raimondo di Sangro pone alla storia e alla curiosità di chiunque si avvicini alla sua figura.

Grazie alle causali dei pagamenti effettuati dal nobiluomo, spesso dettagliatissime, crollano alcuni miti che le credenze popolari hanno ricamato, nello scorrere dei decenni, intorno alla suo genio e al suo temperamento estroverso.

Non fu il frutto di un oscuro sortilegio il magnifico velo di marmo che si posa sulle membra del Cristo Velato all’interno della cappella gentilizia dei Sansevero. L’opera fu interamente realizzata da Giuseppe Sanmartino.

13 febbraio 1754. A Giuseppe Sanmartino ducati 500 per la statua scolpita in marmo di Nostro Signore Gesù Cristo morto, ricoperto da una sindone di velo trasparente dello stesso Marmo, da detto Sanmartino lavorata di tutta soddisfazione.

Ma se alcuni falsi miti vengono meno intorno alla figura di Raimondo di Sangro, grazie ai volumi dell’archivio storico altri aspetti della sua personalità emergono in tutta la loro strabiliante originalità. Raimondo di Sangro fu davvero un genio del suo secolo, animato da curiosità e da uno spirito ardito che lo portò creare un vero e proprio laboratorio, nonché una stamperia, nei
sotterranei del suo palazzo…

Al capomastro Pompeo Serio per tutti li lavori di fabbrica, materiali ed altro fatti nel laboratorio e fonderia di cristalli e smalti, fabbricato in un sotterraneo a sinistra dell’entrata della loro casa, 9 maggio 1754

Nei sotterranei del suo palazzo nobiliare, Raimondo si cimentò con la chimica, con la diffusione delle idee europei, con ogni sorta di esperimento.

Ducati otto e dieci grana In nome del Principe di San Severo Don Raimondo di Sagro. Sono per prezzo convenuto di un alambicco a detto principe venduto.

A Nicolò Kommarek per lettere trentamila di carattere Sesto fra tondo e corsivo.

Alchimista, inventore e personaggio di spicco dell’aristocrazia napoletana, la personalità del Principe di Sansevero, seppur impossibile da definire completamente, appare maggiormente delineata grazie alle causali dei suoi acquisti, quotidiani e straordinari, che aiutano a consacrarlo protagonista di un nuova luminosa stagione della città di Napoli.