GLI AFFRESCHI DELLA CAPPELLA DEL TESORO
La travagliata storia degli affreschi della cappella del Tesoro è ricostruita dai documenti del’archivio storico. Si tratta di una lunga vicenda fatta di pittori che non rispettano i proprio contratti, di violenze ed intimidazioni, di gelosie e di concorrenza sleale.

La storia prende avvio dal primo contratto stipulato con Giuseppe Cesare, pittore meglio noto con l’appellativo di Cavalier d’Arpino, inizialmente individuato dai deputati del Tesoro come l’autore ideale degli affreschi della cappella.

ducati 5,35 a Cesare Siniscalco  che ha spesi per serivizio della Deputazione della Cappella di San Gennaro in la stipulazione del contratto fatto con il cavalier Giuseppe Cesare per pittura in detta Cappella. 11 luglio 1619

 Per altri impegni lavorativi e per il difficile ambiente lavorativo con cui dovette confrontarsi, il Cavalier d’Arpino trascurò il suo cantiere napoletano causando le ire della Deputazione del Tesoro. Fu così deliberato di scioglierlo dall’incarico e di recuperare l’acconto versatogli.

2 ducati e 70 grana a Giovan Domenico Pansa, corriero, per essere andato in Arpino a far insinuare una pretenzione del signor Marchese di Corleto al Cavalier Gioseppe Cesare per la vendita delle sue robbe per causa delli ducati seicento receputi da questa deputazione della Cappella di San Gennaro per conto della pittura have da fare in detta cappella, e poi non è venuto. 14 febbraio 1620

La scelta, a quel punto, ricadde sull’emiliano Guido Reni. Il giovane artista sembrò agli influenti deputati del Tesoro il personaggio adatto per portare a termine un lavoro di quelle proporzioni e una sicura garanzia di qualità. Al suo arrivo Guido Reni suscitò, però, le violente gelosie dei pittori della scuola napoletana, in particolare Belisario Corenzio, che ne osteggiarono l’opera. La controversia sfociò in un clamoroso fatto di sangue. Uno degli assistenti del Reni perse la vita in un agguato ordino da alcuni sgherri del Corenzio.

processo criminale contro Giovan Domenico Capuano stuccatore nella causa delle bastonate date al’homini di Guido Rino pittore per mostrare che detto Giovan Domenico è inquesito di assassinio et altri delitti nella quale causa la deputatione della Cappella di San Gennaro è comparsa acciò sia castigato. 23 settembre 1621

In seguito a quell’evento Guido Reni si decise ad abbandonare Napoli. La ricerca per l’autore degli affreschi riprese nuovamente. Furono contattati il Santafede, Gessi e Battistello Caracciolo, senza alcun risultato. Rifiutato e rimosso quanto fatto fino a quel momento, la scelta definitiva cadde su un pittore bolognese: il Domenichino.

ducati 787, 50 a Domenico Zamperi pittore per l’istoria del Glorioso San Gennaro nell’angolo di man destra dell’altare maggiore consistente in sette figure e mezze a ducati 105 l’una. 26 ottobre 1635

Nonostante gli ottimi risultati conseguiti da quest’ultimo il fato si frappose tra l’assegnazione dell’incarico e il completamente dell’opera. Nel 1641, infatti, moriva il prescelto dalla Deputazione e il suo lavoro, inesorabilmente, veniva interrotto.

Fu Giovanni Lanfranco, infine, a completare gli affreschi della cappella, ponendo fine a quella decennale vicenda che tra competizioni e gelosie aveva febbrilmente animato la vita artistica di Napoli.

 ducati 300  al cavalier Giovanni Lanfranco  in conto  de la pittura a fresco doverà fare nella cappella del thesoro del glorioso San Gennaro. 15 gennaio 1643